Un tesoro dal deserto: il meteorite marziano NWA 16788
Nel luglio 2025 il mondo scientifico è stato scosso dall’annuncio della messa all’asta del più grande meteorite marziano mai ritrovato: NWA 16788, un blocco di oltre 24 chilogrammi scoperto nel 2023 tra le sabbie del Niger, nel Sahara. Questo eccezionale reperto, ora al centro di studi internazionali, rappresenta il 6,5% di tutto il materiale marziano disponibile sulla Terra e promette di cambiare la nostra comprensione del Pianeta Rosso.
Un viaggio da Marte alla Terra
La storia di NWA 16788 inizia miliardi di anni fa, quando un impatto catastrofico sulla superficie di Marte ha proiettato nello spazio frammenti della sua crosta. Dopo un lungo viaggio interplanetario, il meteorite è precipitato nel Sahara dove, nel 2023, è stato recuperato da una spedizione internazionale. La sua origine marziana è stata confermata dal Meteoritical Bulletin nel 2025, grazie all’analisi della composizione chimica e mineralogica: tra i minerali principali, spiccano pirosseno, maskelynite e olivina, elementi tipici delle rocce del mantello di Marte.
Un patrimonio per la scienza italiana
Il meteorite è stato studiato nell’ambito del progetto Space It Up, un’iniziativa finanziata dall’Agenzia Spaziale Italiana (ASI) e dal Ministero dell’Università e della Ricerca (MUR). L’Università degli Studi di Firenze, con il professor Giovanni Pratesi e il suo team, ha avuto un ruolo centrale nella caratterizzazione del campione. Due sezioni del meteorite rimarranno in Italia, custodite presso l’ateneo fiorentino come riferimento scientifico per la comunità nazionale e internazionale[2].
Implicazioni sulla classificazione dei meteoriti
I primi studi su NWA 16788 suggeriscono che le sue caratteristiche mineralogiche potrebbero portare a rivedere il sistema di classificazione dei meteoriti marziani. La struttura a grana grossa e la composizione chimica indicano un’origine da una sorgente di mantello marziano particolarmente arricchita. Questo apre la strada a nuove ipotesi sulla formazione e l’evoluzione interna di Marte e fornisce dati preziosi per le future missioni planetarie[2].
Un’asta da record e un’occasione per l’Italia
La vendita all’incanto di NWA 16788 a New York ha attirato l’attenzione di collezionisti, musei e istituzioni scientifiche di tutto il mondo. Qualunque sia il futuro proprietario, una parte di questo straordinario reperto resterà comunque a disposizione dei ricercatori italiani. Questo conferma il ruolo crescente dell’Italia nella ricerca spaziale, anche grazie a collaborazioni internazionali e ai finanziamenti dei recenti bandi europei per l’innovazione[2].
Prospettive future
- Approfondire la struttura interna e la storia geologica di Marte.
- Sviluppare nuovi protocolli per la classificazione dei meteoriti planetari.
- Valorizzare la ricerca italiana nel panorama scientifico internazionale.
Il caso di NWA 16788 dimostra come la scoperta di un singolo campione possa aprire nuovi orizzonti per la planetologia, coinvolgendo università, enti di ricerca e pubblico in una narrazione che unisce scienza, avventura e innovazione.