Italia protagonista nel nuovo IPCEI Salute: una svolta per la ricerca biomedica europea
Bruxelles, 1 agosto 2025 – L’Unione Europea ha ufficialmente approvato il secondo programma IPCEI (Importanti Progetti di Comune Interesse Europeo) dedicato alla salute, destinando 226 milioni di euro a progetti di ricerca e innovazione biomedica. L’Italia si distingue come capofila europeo per numero di progetti approvati e fondi assegnati, rafforzando il proprio ruolo strategico nell’ecosistema scientifico continentale.
Cosa sono gli IPCEI e perché il secondo bando è storico
Gli IPCEI sono strumenti finanziari straordinari che permettono agli Stati membri di sostenere iniziative di ricerca e sviluppo ritenute cruciali per la competitività e l’autonomia strategica dell’Europa, superando i vincoli ordinari sugli aiuti di Stato. Il primo IPCEI Salute aveva già segnato un cambio di passo nel 2023. Questa seconda fase, appena varata dalla Commissione UE, punta specificamente su medicina personalizzata, biotecnologie avanzate, intelligenza artificiale applicata alla diagnostica e tecnologie per la produzione sostenibile di farmaci.
Il primato italiano: numeri e protagonisti
- Italia prima in Europa per progetti approvati e risorse assegnate, con oltre 60 milioni di euro destinati a centri di ricerca pubblici e privati, start-up innovative e grandi aziende del settore biomedico.
- Tra i beneficiari figurano il Consiglio Nazionale delle Ricerche, l’Istituto Superiore di Sanità e numerose università, ma anche PMI e poli tecnologici regionali.
- I progetti italiani spaziano dalla medicina rigenerativa ai nuovi vaccini a mRNA, fino a piattaforme digitali per la gestione dei dati clinici e al potenziamento della cyber-sicurezza sanitaria.
Obiettivi e impatti attesi
Secondo il Ministero delle Imprese e del Made in Italy, coordinatore delle iniziative nazionali, il nuovo IPCEI Salute avrà impatti rilevanti:
- Accelerare la traduzione delle scoperte di laboratorio in soluzioni cliniche, riducendo i tempi per nuovi farmaci e terapie.
- Favorire la crescita di start-up e spin-off biomedicali, attraverso l’accesso a partnership europee e investimenti mirati.
- Rendere l’Italia più attrattiva per ricercatori e investitori internazionali, anche grazie al potenziamento delle infrastrutture di ricerca avanzata.
La voce degli esperti e le prospettive future
Il presidente del Consiglio Nazionale delle Ricerche, Andrea Lenzi, sottolinea: «Questo risultato conferma la vitalità dell’ecosistema italiano della ricerca biomedica. Il nuovo IPCEI rappresenta un moltiplicatore di opportunità per giovani scienziati e imprese innovative».
Per la Commissaria europea alla Salute, Stella Kyriakides, «l’investimento rafforza la sovranità sanitaria dell’UE e la sua capacità di rispondere a emergenze future, come dimostrato dalla pandemia».
Le sfide: formazione, infrastrutture e collaborazione
Restano aperte alcune sfide, come il rafforzamento della formazione di personale altamente qualificato, la modernizzazione delle infrastrutture e la creazione di reti di collaborazione sempre più integrate tra pubblico e privato. Tuttavia, gli analisti concordano che il nuovo piano rappresenta una svolta decisiva per la competitività e la resilienza del sistema salute in Europa e in Italia.
Conclusioni
Con il secondo IPCEI Salute, il 2025 segna una nuova era per la ricerca biomedica europea, con l’Italia in posizione di leadership. Un passo che, secondo esperti e istituzioni, potrà tradursi in terapie più efficaci, sistemi sanitari più robusti e una maggiore autonomia strategica per il continente.