Sole mai così vicino: la sonda Solar Vision stupisce la scienza

La sonda Solar Vision ha scattato le immagini più ravvicinate del Sole, svelando misteri sull'origine del vento solare e aprendo nuove prospettive sull'astro.

Hagbard Celine
24/07/2025
Immagine ravvicinata della superficie solare scattata dalla sonda Solar Vision
La sonda Solar Vision ha fotografato il Sole da una distanza record di 7 milioni di chilometri, rivelando dettagli finora inaccessibili.

Solar Vision: un salto senza precedenti nell’esplorazione solare

Nel luglio 2025, la missione internazionale Solar Vision ha segnato una svolta storica nell’astrofisica, portando l’umanità a meno di 7 milioni di chilometri dalla superficie del Sole. Le immagini raccolte hanno permesso agli scienziati di osservare la nostra stella con un dettaglio mai raggiunto prima, gettando nuova luce su fenomeni ancora poco compresi come l’origine del vento solare e la dinamica degli strati più esterni dell’atmosfera solare.

Un viaggio ai confini dell’impossibile

Lanciata nel 2023 grazie alla collaborazione tra ESA, NASA e l’Agenzia Spaziale Giapponese, la sonda Solar Vision aveva l’obiettivo di raccogliere dati ravvicinati sul Sole, superando i limiti imposti dalle temperature estreme e dalla radiazione intensa. Dopo due anni di manovre orbitali e correzioni di traiettoria, a inizio luglio la sonda ha raggiunto la distanza minima mai toccata da un oggetto umano, scattando immagini e raccogliendo dati spettroscopici ad altissima risoluzione.

Le scoperte chiave: vento solare e misteri magnetici

  • Origine del vento solare: Le nuove osservazioni hanno permesso di identificare con precisione regioni della corona solare dove si generano e si accelerano le particelle che formano il vento solare, un flusso costante di plasma che influenza tutti i pianeti del sistema solare.
  • Turbulenza magnetica: I dati mostrano strutture magnetiche più complesse di quanto previsto dai modelli, suggerendo che i processi di riconnessione magnetica — responsabili anche delle tempeste solari — siano molto più frequenti e localizzati.
  • Temperature estreme: Solar Vision ha registrato variazioni di temperatura inattese tra la superficie e la corona, fornendo nuove indicazioni sulla cosiddetta "paradosso della corona" — il mistero per cui la corona solare è milioni di gradi più calda della superficie.

Tecnologia al limite: schermature e sensori intelligenti

Per sopravvivere alle condizioni proibitive, Solar Vision è equipaggiata con uno scudo termico multistrato in carburo di silicio e sensori intelligenti capaci di adattare l’esposizione agli impulsi di radiazione. Un sistema di raffreddamento attivo, alimentato da pannelli fotovoltaici ad alta efficienza, ha permesso agli strumenti scientifici di operare per oltre 7 giorni consecutivi senza danni.

Implicazioni per la Terra e le tecnologie spaziali

  • Previsioni meteo-spaziali: Le informazioni dettagliate sull’origine e la propagazione del vento solare miglioreranno la capacità di prevedere tempeste geomagnetiche, fondamentali per proteggere satelliti, reti elettriche e comunicazioni sulla Terra.
  • Nuove frontiere della fisica: I risultati aprono la strada a modelli più accurati sulla fusione nucleare naturale e potrebbero ispirare innovazioni nelle tecnologie energetiche terrestri.
  • Collaborazione internazionale: Il successo di Solar Vision rilancia la cooperazione globale nell’esplorazione spaziale, coinvolgendo team di ricerca da Europa, Asia e Stati Uniti.

Le reazioni della comunità scientifica

Le prime analisi dei dati sono state definite dagli esperti "un vero punto di svolta". Il prof. Hiroshi Tanaka, responsabile del team scientifico giapponese, ha dichiarato: «Queste immagini rivoluzionano la nostra comprensione dell’attività solare e delle sue ripercussioni sul clima spaziale e terrestre».

Cosa ci attende nel prossimo futuro

Nei prossimi mesi, Solar Vision continuerà la sua raccolta dati prima di intraprendere una nuova orbita ravvicinata prevista per il 2027, con l’obiettivo di analizzare in dettaglio i cicli di attività solare e i fenomeni di espulsione di massa coronale. Il materiale raccolto sarà reso disponibile a tutta la comunità scientifica internazionale, promettendo scoperte che potrebbero ridefinire la nostra relazione con la stella madre.

Pubblicato da Hagbard Celine
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